venerdì 20 marzo 2015

Cosa vedo?




Cosa vedo?




Cercare di descrivere un luogo della memoria è abbastanza semplice. 
Chiudi gli occhi e domandati: cosa vedo? 
Molto probabilmente non vedremo mai ciò che desideriamo mostrare veramente ad altre persone. Si cerca sempre in qualche modo di amplificare una veduta,  poeticizzare sempre più del dovuto quel che in realtà siamo e ciò di cui siamo fatti. Nel secondo in cui gli occhi si serrano, e vi domandate cosa vedete, passano istantaneamente milioni di fotografie, gesti, volti, odori e tra tutti questi scegli una voce, la tua, che si domanda ancora: cosa vuoi vedere? 
Non a tutti si riconosce la talentuosa facoltà di sapersi immergere nei ricordi migliori, nelle fantasie più condivisibili, sapendo tirar fuori dal cilindro un'estasi mistica di sogni frammentari e perfetti. Una domanda così potente contamina la coscienza, influenza una risposta sincera, devia il pensiero.
Cosa è un luogo della memoria allora? Bisognerebbe leggere la risposta prima di conoscere la domanda.
In attesa di compiere questo esercizio in maniera più ragionata ho pensato di condividere una ricerca che ho fatto per conto di una rivista per cui lavoro. Qui ho esplorato brevemente un piccolo mondo di me che amo, senza che nessuno, ne tantomeno io, mi chiedesse cosa vedessi. http://www.thewalkman.it/case-dell-infinito/

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